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PRIMA PAGINA-Due mesi per riassegnare la poltrona di Fitto

Monday 02 - 09:00
PRIMA PAGINA-Due mesi per riassegnare la poltrona di Fitto

Chiusa la partita del commissario europeo che l’Italia deve inviare a Bruxelles, se ne apre subito un’altra. Nei circa due mesi che ancora mancano per il trasloco del ministro pugliese in Europa, Giorgia Meloni dovrà individuare un sostituto che prenda la poltrona di Fitto nella compagine di governo. Un’operazione non proprio semplice per diversi ordini di motivi. Innanzitutto, l’esponente di Fratelli d’Italia concentra al ministero deleghe decisamente pesanti, su tutta quella al Pnrr. A seguire, gli Affari europei, il Sud e le Politiche di coesione. Tutti incarichi non a caso posti in capo a una figura ritenuta sia competente che politicamente affidabile, quindi anche difficilmente rimpiazzabile. Quel che al momento sembra infatti essere pacifico è che al sostituto di Fitto non verranno trasferite tutte le funzioni e tutte le pratiche attualmente nelle mani del ministro pugliese. Le sue deleghe saranno invece spacchettate e alcune torneranno a Palazzo Chigi, sotto l’occhio vigile dello stato maggiore della premier, cosa che probabilmente accadrà per quanto riguarda quella al Pnrr, senza dubbio la più delicata di tutte. Nel corso del Consiglio dei ministri che ha ufficializzato la designazione da parte del governo di Fitto come commissario europeo, la stessa Giorgia Meloni ha evidenziato che “il Pnrr non consente soste” e che la sua messa a terra “è e rimarrà una priorità assoluta dell’intero governo”. Senza contare che la stessa cabina di regia del Piano è presieduta proprio dal presidente del Consiglio dei ministri. L’interim potrebbe quindi essere assunto proprio dalla premier o da qualche sottosegretario di Stato alla Presidenza. In tal caso Giorgia Meloni non avrebbe bisogno neanche di espletare i passaggi previsti dalla Costituzione con il Presidente della Repubblica in caso di nomina dei ministri. Di certo non mancherebbero i doverosi momenti di confronto con il Quirinale su un dossier così pesante, ma la condivisione della scelta assumerebbe un carattere informale. Ma Pnrr a parte, resta da capire a chi sarà affidata la poltrona di Fitto in Consiglio dei ministri e con quali delle deleghe attualmente assegnate al neo promosso commissario europeo. Il confronto in maggioranza non sarà agevole, con Fratelli d’Italia che non ha alcuna intenzione di cedere una casella agli alleati e con Forza Italia e Lega rispettivamente pronti a rivendicare un ministero in più. Se la partita si concluderà a somma zero, ovvero con un solo nuovo ministro al posto di Fitto, è probabile che gli equilibri politici della coalizione di governo non subiranno alterazioni rispetto allo schema attuale, ma qualora si optasse per affidare a più di un ministro le deleghe agli Affari europei, al Sud e alle Politiche di coesione di certo si accenderebbe un serrato confronto. Soprattutto alla luce dei mutati equilibri politici rispetto all’esito elettorale del 2022 che si sono cristallizzati con il voto europeo dello scorso giugno. Il peso di Forza Italia e Lega nella coalizione di centrodestra risulta oggi differente da quando si è formato il governo e gli azzurri, che già si ritengono sottodimensionati per quanto riguarda la loro presenza al governo, rivendicherebbero senza dubbio un ministro. Dal canto suo, il Carroccio non resterebbe certamente a guardare e proverebbe ad accaparrarsi un ulteriore dicastero. Inoltre, potrebbe addirittura riaprirsi la questione di un rimpasto che fino alle elezioni europee ha tenuto banco per mesi prima di finire man mano in sordina. Se però si dovesse rimettere mano alla composizione del governo è probabile che possa tornare in auge anche l’ipotesi di effettuare dei cambi in corsa degli attuali ministri, il che aprirebbe un ulteriore fronte di complicata gestione. I prossimi due mesi saranno quindi tanto delicati quanto fondamentali, sia per procedere a un ordinato passaggio di consegne per quanto riguarda il Pnrr, che è la pratica più delicata, sia per ridefinire gli equilibri nella maggioranza di governo e capire a chi andrà la poltrona di Fitto.


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