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Italia alla Buchmesse di Francoforte: il caso che non c’è
Lo potremmo definire un caso Buchmesse, o per alcuni meglio conosciuto come il caso Saviano quello che ha spinto 33 autori italiani a firmare la lettera indirizzata a Innocenzo Cipolletta (presidente dell’AIE) e a Jürgen Boss, il direttore della fiera editoriale di Francoforte in programma il prossimo ottobre. Una lettera che riparte proprio dal caso nato al momento della presentazione del programma dell’Italia che, quest’anno alla Buchmesse, rappresenta il Paese ospite.
Un’occasione più unica che rara, la definiscono gli autori partecipanti alla manifestazione, che denunciano sì il mancato invito all’autore di Gomorra, ma anche le modalità di scelta di chi rappresenterà il nostro Paese. Un caso che, però, un caso non è: perché le “anomalie” denunciate dai trentatré rappresentano la normalità e, allo stesso modo, le scelte fatte dall’AIE (Associazione Italiana Editori) sono la diretta volontà delle case editrici. Ma andiamo per ordine. La “denuncia” degli intellettuali, in primo luogo recita: “L’Italia sarà presente alla Buchmesse in modo insulare, tramite un programma di duetti fra autori italiani, un’anomalia che sappiamo avere pochi precedenti nella storia dei paesi ospiti”.
Questa “anomalia” in realtà è la normalità: il ruolo di Ospite d’Onore, quest’anno destinato all’Italia, serve a promuovere la letteratura del Paese designato per ogni edizione. Lo mostrano bene i programmi della Spagna (2022) e della Francia (2017) che presentavano solamente autori nazionali. Perché il padiglione dell’Ospite d’Onore è solo uno dei tanti spazi della Buchmesse che, nella sua interezza, ospita confronti e presentazioni di scrittori tedeschi. Pertanto, inserirli anche nel programma dell’Ospite significa togliere spazio agli autori italiani che, invece, a Francoforte hanno la possibilità di farsi conoscere nel panorama internazionale. Quindi troppi italiani, denuncia la lettera, ma a questi ne manca uno: Roberto Saviano “Un’esclusione troppo vistosa per non essere un atto deliberato” denunciano gli scrittori, che accusano il commissario Mazza di non averlo incluso nella lista.
Eppure, il programma non è stato curato dal Commissario, ma da AIE, che ha scelto gli autori dalle proposte avanzate dai loro editori. Nessun editore ha proposto Roberto Saviano. Solo dopo le polemiche, la Solferino lo ha fatto: il Commissario Mazza lo ha invitato e lui ha rifiutato l’invito. Una mancanza che, nella denuncia, viene spiegata con una riflessione sulla “amara e anomala condizione della cultura italiana” e sui “limitati spazi” forniti dalla Commissione AIE. Una riflessione che, però, è stata smentita anche dall’editrice Susanne Schüssler, capo della Wagenbach, casa che pubblica la maggior parte degli autori letti in Germania. “C’è un’autrice nera, ci sono dei queer; dei risolutamente di sinistra, invero decisamente per più del cinquanta percento, e autori e autrici che pure sono pubblicamente molto critici nei confronti del governo”. E se leggiamo attentamente, nel programma si segnalano non pochi autori dichiaratamente critici col governo Meloni. Insomma, sembra che a Francoforte ci saranno un po’ tutti, forse anche gli esclusi. Quello che è certo è che a questa Buchmesse non ci saranno pedoni del governo, bensì rappresentanti i portabandiera della cultura e della letteratura italiana. E non della sua politica.