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Le contraddizioni nella candidatura di Ilaria Salis. Intervista a Michaela Biancofiore
“La coppia Bonelli-Fratoianni, che già non si è distinta per premura nei confronti degli italiani con la candidatura spot di Soumahoro, crea un precedente gravissimo, un atto sconcertante che umilia le istituzioni e getta discredito sulle finalità della politica. Inventarsi una scorciatoia per farla fare franca ad una “cattiva maestra” è non solo sconsiderato perché getta nel ridicolo il nostro Paese, è un pessimo esempio per i cittadini corretti e non porta di certo ad un’assoluzione automatica dalle sue responsabilità, seppur ancora da accertare. La sua candidatura che interferisce palesemente con il diritto interno ungherese finirà per esserle controproducente. AVS la usa disinteressandosi delle conseguenze, utilizzando la narrazione dell’antifascismo violento da giustificare a prescindere dimenticando che l’Ungheria è uno stato democratico e membro dell’UE. Inutile chiedersi del perché della disaffezione dell’elettorato innanzi a tali strumentalizzazioni”
La candidatura è con un partito propenso a concedere le autorizzazioni a procedere. Come si spiega questa svolta?
“Garantisti per sé e giustizialisti per gli altri. Gli altri sono imputabili solo per essere di centro destra a prescindere, quando viceversa è col termine ‘sinistro’ che si indica di solito, anche in lingua italiana, tutto ciò che è sbagliato. Le regole che devono valere sono solo le loro, anche se sovversive di ciò che è il comune senso di giustizia dei cittadini. Del resto, sono gli stessi che pretendono di essere portavoce dei diritti, calpestando quelli universali. Il Soumahoro gate docet e basta a spiegare il cortocircuito perenne nel quale vive un partito che l’unica competizione elettorale nella quale risulterà primo è quella dell’incoerenza”.