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Aumenta il debito delle amministrazioni pubbliche
Nel mese di febbraio, fa sapere la Banca d’Italia, il debito delle Amministrazioni pubbliche è aumentato di 22,9 miliardi rispetto al mese precedente, risultando ora pari a 2.872,4 miliardi. Un incremento che Bankitalia spiega nel fabbisogno (14,1 miliardi) e nell’aumento delle disponibilità liquide del Tesoro (8,6 miliardi, a 42,8). Vi ha inoltre contribuito l’effetto complessivo di scarti e premi all’emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e della variazione dei tassi di cambio (0,3 miliardi).
Con riferimento alla ripartizione per sottosettori, l’aumento è pressoché interamente riconducibile alle Amministrazioni centrali. Il debito delle Amministrazioni locali e quello degli Enti di previdenza, infatti, sono rimasti sostanzialmente invariati.
Alla fine del mese di febbraio la quota del debito detenuto dalla Banca d’Italia è lievemente diminuita al 24,0 per cento; a gennaio (ultimo mese per cui questo dato è disponibile) quella detenuta dai non residenti è risultata pari al 27,9 per cento (dal 27,6 del mese precedente), mentre quella in capo agli altri residenti (principalmente famiglie e imprese non finanziarie) è stata pari al 13,5 per cento (dal 13,4 del mese precedente).
A febbraio, infine, le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono state pari a 39,4 miliardi, in aumento del 13,2 per cento (4,6 miliardi) rispetto allo stesso mese del 2023. Nel primo bimestre dell’anno le entrate tributarie sono state pari a 85,9 miliardi, in aumento dell’8,7 per cento (6,9 miliardi) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
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